Il Ministero della salute, in collaborazione con il MEF, ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre un comunicato riguardante la “spesa sanitaria dei lavoratori frontalieri in Svizzera”. Con questo atto, sono state date istruzioni alle Regioni competenti di avviare, a due anni dall’entrata in vigore della contestata tassa sulla salute, il prelievo sulle retribuzioni nette dei frontalieri con tassazione esclusiva. Questa decisione sembra contraddire le disposizioni del trattato internazionale del 2020 e la legge di recepimento 83/23, che prevedevano una tassazione solo alla fonte.
Le ragioni del sindacato
In una nota congiunta, i sindacati hanno dichiarato: “Nonostante due anni di forte opposizione da parte delle organizzazioni sindacali dei frontalieri, che hanno cercato di ritardare l’adozione della tassa per le evidenti incoerenze con leggi e trattati, le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano possono ora procedere con l’adozione della tassa tramite specifici provvedimenti che definiranno la quota di compartecipazione familiare annua”.
Il provvedimento attuativo, tuttavia, non chiarisce le quantità e le modalità di prelievo, che rimangono comprese tra il 3% e il 6%. Si prevede una gradualità che terrà conto dei carichi familiari, introducendo un criterio di progressività fiscale. Tuttavia, il provvedimento conferma esplicitamente la retroattività al 2024 e il raddoppio delle sanzioni in caso di omesso versamento. La tassa sarà destinata a beneficiare il personale sanitario, mentre si ipotizzano trattamenti socio-sanitari tramite “innovativi modelli di welfare”, rimandando le modalità attuative alle singole Regioni entro il 2026.
La posizione dei sindacati
Le organizzazioni CGIL, CISL, UIL, UNIA, OCST, SYNA, VPOD e SYNDICOM hanno concluso: “Dati il rifiuto di ritirare o modificare il provvedimento come richiesto nei mesi scorsi e l’incertezza delle modalità applicative, procederemo con un ricorso presso l’Autorità Giudiziaria per portare il caso davanti alla Corte Costituzionale. Vogliamo accertare eventuali profili di incostituzionalità e contrastare la doppia imposizione sui redditi da lavoro, in violazione delle disposizioni dei Paesi OCSE e del trattato internazionale contro le doppie imposizioni del dicembre 2020 tra Italia e Svizzera”.