I dati forniti dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia evidenziano il ruolo cruciale dell’artigianato alimentare nell’economia regionale, con particolare riferimento alla provincia di Sondrio. Qui, il settore si configura come un pilastro economico, sociale e culturale per la comunità locale.
Il contributo della provincia di Sondrio
Durante il mese di dicembre, un periodo fondamentale per i consumi legati alle festività, le famiglie lombarde spendono circa 2,9 miliardi di euro per prodotti alimentari e bevande, pari al 16,6% del totale nazionale. La provincia di Sondrio contribuisce con una spesa stimata di 52 milioni di euro, a testimonianza del forte legame tra le comunità locali, i consumi di prossimità e le produzioni artigiane di qualità, molto apprezzate dai turisti che scelgono la Valtellina.
Dal punto di vista produttivo, l’artigianato alimentare nella provincia si distingue per un’incidenza significativa sull’economia locale. Sono 201 le imprese artigiane attive nei settori dell’alimentare, delle bevande e della ristorazione, con un totale di 978 addetti. Questi rappresentano il 9,6% dell’artigianato provinciale e l’1,7% dell’occupazione complessiva, un dato tra i più elevati in Lombardia. Ciò dimostra come, nelle aree montane, l’artigianato alimentare non sia solo un’attività economica, ma anche un elemento fondamentale per l’occupazione, la coesione sociale e l’identità territoriale.
Il valore economico generato è altrettanto significativo: il fatturato stimato dell’artigianato alimentare, delle bevande e della ristorazione in provincia di Sondrio si attesta a 226 milioni di euro. Questo contribuisce al primato lombardo, con un totale di 5,14 miliardi di euro, che colloca la regione al primo posto a livello nazionale. Risultati ottenuti grazie a filiere corte, a una forte integrazione con il turismo enogastronomico e a produzioni ad alto valore aggiunto.
Un elemento distintivo della provincia di Sondrio è l’eccezionale concentrazione di produzioni di prestigio certificate. La regione è la culla di eccellenze riconosciute a livello europeo, come il Bitto DOP e il Valtellina Casera DOP, simboli della tradizione casearia d’alpeggio. Inoltre, è famosa per i suoi prodotti IGP, tra cui la Bresaola della Valtellina, la Mela di Valtellina e i Pizzoccheri della Valtellina. A queste denominazioni si affianca un ricco patrimonio di prodotti agroalimentari tradizionali, che testimoniano un “saper fare” artigiano tramandato nel tempo e profondamente legato all’ambiente montano.
Nonostante una lieve flessione nel primo semestre del 2025, il settore alimentare e delle bevande continua a mantenere un peso significativo sul valore aggiunto provinciale (2,76%), sottolineando la sua importanza strategica per l’economia locale e le sue potenzialità di sviluppo sui mercati nazionali e internazionali.
Le parole di Gualtiero Pontiggia
«I dati dell’Osservatorio – afferma Gualtiero Pontiggia, Presidente provinciale della Categoria Alimentari di Confartigianato Imprese Sondrio – raccontano di un artigianato alimentare che resta il cuore pulsante di Valtellina e Valchiavenna. Le nostre imprese custodiscono tradizioni secolari e produzioni uniche, ma affrontano anche sfide significative. Tra queste, la difficoltà di attrarre giovani lavoratori: senza nuove generazioni rischiamo di perdere competenze, manualità e conoscenze che rappresentano il vero valore del “saper fare” artigiano. È essenziale rendere questi mestieri attrattivi, investire nella formazione e creare le condizioni affinché i giovani vedano nell’artigianato alimentare non solo un lavoro, ma un’opportunità per il futuro».