Il progetto Errando per antiche vie, un’iniziativa che va da Cortina a Milano, si presenta come un manifesto per la montagna contemporanea in vista delle Olimpiadi del 2026. Questa azione poetica e politica, realizzata senza finanziamenti, ha fatto tappa a Bormio dopo aver percorso 250 km in 12 giorni, grazie alla sinergia di 10 Comuni e 20 enti del terzo settore attivi nel campo della cultura e del sociale. La performance itinerante Just walking, ispirata al testo La storia del camminare di Rebecca Solnit, ha stimolato una riflessione collettiva sul ruolo del cammino come pratica comunitaria e atto politico, ponendo l’accento sull’importanza di raccontare il territorio in un contesto di visibilità internazionale, come quello offerto dai giochi olimpici.
Il progetto è stato organizzato da Campsirago Residenza in collaborazione con ORA (Orobie Residenze Artistiche) e Danzare A Monte Pluridanza, insieme al Comune. A guidare il percorso sono stati il regista Michele Losi, la danzatrice e coreografa Erica Meucci, la drammaturga Sofia Bolognini, la studentessa Arianna Losi, i fotografi Alvise Crovato e Matteo Colella, le antropologhe e performer Chiara Bianchi e Silvia Galletti, insieme all’attore Marco Rizzo e all’attrice Valeria Fazzi.
Incontro e riflessione
La manifestazione è iniziata con una danza in piazza Kuerc e un’esperienza di cammino attraverso il centro storico, coinvolgendo residenti e visitatori. Durante il percorso, sono stati affrontati temi quali il vagabondare poetico, la strada come spazio di percezione del pericolo, i pellegrinaggi e le marce, fino a culminare in un incontro con il mondo meditativo e del riallineamento, per riconnettersi con il proprio io corporeo e spirituale. Alle 16.30 si è svolto un incontro pubblico presso Sc’tua Granda di Palazzo De Simoni, mirato a raccontare la montagna che spesso rimane nell’ombra: quella fragile, caratterizzata dai ghiacciai in via di scomparsa e dal ritorno dei grandi carnivori. L’incontro ha anche messo in luce la situazione dei giovani che abbandonano la cittadina a causa della mancanza di alloggi e della mercificazione insostenibile del territorio. L’intento è stato quello di promuovere uno stile di vita più lento e consapevole, coinvolgendo le diverse comunità che abitano la montagna e che, dopo le Olimpiadi, continueranno a raccogliere l’eredità di questa terra.